Un puzzle di storie: il catalogo scomposto di NN

Immaginatevi un tavolo occupato da un puzzle. Ecco, ora immaginate che al posto dei tasselli ci siano libri e che non sia un puzzle da comporre ma da scomporre.
Intorno a quel tavolo, concentrati sulle combinazioni, Eugenia, Alberto e Giulia.

“Amore, amore e libertà”.
“O meglio: desiderio, futuro”.
“Sì! E poi i ruoli, i limiti”.
“Padre, uomo, tanto per cominciare”.

Insieme ai pensieri, immaginate le mani che spostano, mettono, tolgono i libri dal tavolo, in una nuova arte che gioca con tanti incastri possibili. Ogni incastro ha un significato, traccia un percorso all’interno del catalogo: ogni libro/tassello aggiunto o sottratto è come cambiare strada e rimettersi in viaggio.

Di cosa stiamo parlando? Di come è nato il “catalogo scomposto”, vale a dire di come in un pomeriggio abbiamo scardinato l’ordine cronologico dei nostri libri per ripensarli in una logica diversa, tematica, e mettere in luce la sostanza, il nucleo morale che li accomuna. Volevamo creare un catalogo diverso, una ‘variazione’ sul tema musicale composto ogni anno dalla Stagione e dalle Serie, da proporre a librai, gruppi di lettura, bibliotecari, promotori e lettori. Uno strumento utile non solo a chi legge per passione ma anche a chi, di lavoro, consiglia letture e le mette in condivisione, stimolando esperienze più ricche.

 

Prima di aggiungere, abbiamo tolto. Alcune delle nostre storie seguivano già percorsi completi in sé e per sé, creavano libri-mondo, o meglio libri-contea: le trilogie di Kent Haruf, di Tom Drury e di Brian Panowich non hanno partecipato al gioco. Ci siamo invece imbattuti nelle storie d’amore di NN: Tommaso Pincio ci ha raccontato l’amore virtuale ma decisivo di Panorama, Jenny Offill la delusione di quel matrimonio che Sembrava una felicità, e poi Régis de Sá Moreira, Come in un film, ci ha fatto riscoprire le emozioni dell’amore quando nasce matura e cresce, nonostante le avversità della vita, attraverso gli occhi degli amanti e di tutti gli spettatori che incontrano sulla loro strada.

Abbiamo trovato, poi, tre tasselli che messi insieme diventavano un gatto, anzi no, un coccodrillo, ma con ali di pappagallo: gli animali che accompagnano i personaggi di David James Poissant, in crisi e in rinascita, quelli della clinica veterinaria della ragazzina senza nome di Rita Indiana, fino alle bestie selvagge e addomesticate di Megan Mayhew Bergman, che incarnano gioie e nostalgie degli umani e si muovono tutti tra istinto e ragione, tra natura e compassione.

Una voce, quella della vita che si racconta, ci ha suggerito il filo che dalla guerra di Brian Turner, il soldato poeta, ci ha portato alla perdita dolorosa di un amico nel libro di Sarah Manguso, fino alla “gratitudine” di Jenny Diski, una parola capace di tagliare e graffiare la superficie delle cose, e che, mentre deve affrontare la fine della vita – la fine della sua vita – la riporta alla madre adottiva, Doris Lessing.

E poi il vorticoso procedere tra passato e presente ci ha fatto pensare a come cambiano i ruoli di padre, uomo e donna, a quanto è faticoso trovare il proprio posto, a come ci si incastra, a volte, nella tensione tragica o giocosa fra umano e divino, e si sente il brivido del mistero dietro l’apparenza, per finire a improvvisarsi un po’ investigatori di un giallo all’italiana.

Noi ci siamo divertiti, il catalogo è scomposto, e continuerà a scomporsi e ritrovarsi nelle tante nuove storie che vi aspettano.

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