Inauguriamo oggi una nuova rubrica del nostro blog: “Il libraio racconta”. Uno spazio dedicato interamente ai librai italiani (indipendenti e di catena), con cui ogni giorno lavoriamo e condividiamo esperienze e che costituiscono il vero sistema circolatorio della filiera del libro in Italia. Una specie di diario di viaggio nelle librerie italiane, per ascoltare dalla loro viva voce curiosità, dietro le quinte, storie di vita libresca, aneddoti sul modo in cui ci siamo conosciuti gli uni con gli altri e su come abbiamo deciso di percorrere insieme la nostra strada.
E in ogni viaggio come si deve bisogna portare con sé un diario; o meglio, un diario di bordo. Perciò la prima puntata di questa rubrica è dedicata proprio ai Diari di bordo, la libreria che Antonello Saiz e Alice Pisu hanno aperto a Parma più o meno nello stesso periodo in cui noi ci stavamo preparando ad alzare il sipario su NN. Buona lettura!
I Diari di bordo secondo Antonello
È dal settembre del 2014 che io e Alice abbiamo creato questo spazio di Borgo Santa Brigida al numero 9: uno spazio che abbiamo voluto fortemente identitario fin dall’inizio, per dare vita a una realtà focalizzata sul tema del viaggio per ospitare editoria indipendente di qualità. Un piccolissimo e vivace spazio animato esclusivamente dall’amore per i libri. Ritagliare, all’interno della città, uno spazio originale per i lettori, lontano dalle logiche della grande distribuzione, non era facile: nessuno dei due aveva stretti legami con il tessuto cittadino, essendo io di origini lucane e Alice sarda. Un rapporto molto profondo di amicizia lega me ad Alice e questo rapporto si è solidificato sui libri; così, dopo diversi anni di esperienza lavorativa insieme, nonostante le mille difficoltà che la gestione di una libreria comporta, abbiamo provato a creare un luogo intimo e informale di scambio e condivisione, che col tempo è diventato parecchio apprezzato.
Ci siamo trovati e incontrati a Parma per amore, e come tutti gli innamorati avevamo i cassetti pieni di sogni; con il nostro indomabile ottimismo siamo riusciti, dal niente, a realizzarne almeno uno : creare una piccola oasi di Bellezza con i libri. Per reggere e durare nel tempo era necessario differenziarsi dal panorama presente in città, così abbiamo pensato al viaggio e ai luoghi come temi portanti del nostro progetto. Avere quell’indirizzo preciso era fondamentale, perchè non avremmo mai potuto competere altrimenti con una grande catena o con librerie storicamente ancorate sul territorio. Dal viaggio e dai luoghi è partita pure la scelta di creare rapporti diretti con le case editrici indipendenti di qualità per poter proporre, poi, titoli da scegliere uno ad uno e da poter inserire nei nostri scaffali.
Sin dal giorno in cui abbiamo tirato su la saracinesca per l’apertura, abbiamo sempre cercato di portare avanti il nostro progetto culturale in un senso molto ben definito. Nella ricerca spasmodica di libri dell’editoria indipendente che non si trovano facilmente in altre realtà è, poi, capitato di leggere per la prima volta della creazione di questa casa editrice milanese che stava per nascere, proprio pochi mesi dopo il nostro battesimo di fuoco. È stato folgorante leggere di una nuova casa editrice che aveva un progetto preciso ed era supportata da persone che avevano dalla loro esperienza e passione. “Ma questi sono proprio come noi – ci siamo detti – e nelle loro vene hanno caricato a sangue il nostro stesso entusiasmo nel percorrere e battere nuove strade”. È stato quasi automatico scrivere la prima mail con cui chiedevamo di attivare un conto deposito con loro. Fu in questo modo che tra i nostri scaffali arrivarono Benedizione di Kent Haruf e Sembrava una felicità di Jenny Offill e fu amore per quelle novità, per la cura che veniva rivolta all’oggetto libro, per i contenuti fortemente dirompenti.
Non potrò mai dimenticare che, dopo un anno da quel marzo 2015, avevamo in libreria ospite per una presentazione una scrittrice, mia carissima amica, Laura Toffanello. Mentre chiacchieravo con una cliente, esclamai che il libro più bello presente in libreria e il più bello che avessi letto nella mia storia di libraio era Benedizione. A cena, la sera, Laura mi rimproverò di aver fatto una delle mie “grezze” da persona poco educata, perchè in sua presenza, almeno, avrei dovuto fingere e dire che il più bel libro era il suo. “Ma ti perdono”, mi disse, “perchè Benedizione è davvero uno dei più bei libri che ho letto anche io”. Finimmo per passare tutta la serata, io , lei e il mio compagno Igino a parlare di Kent Haruf.
Capirete che stiamo parlando di libri e di una casa editrice che col tempo è entrata a far parte del mio vissuto. Igino, il mio compagno, morto a dicembre dopo un male incurabile e fulminante, si era letteralmente perso e innamorato della scrittura di Kent Haruf. Ricordo con esattezza la serata in cui cercava di convincere all’acquisto di Canto della Pianura clienti come Tiziana, Anna Maria e Olga. Ma ricordo pure le discussioni su Kent Haruf a cui partecipava sui social network, proprio lui che era parecchio poco social, con Simona, Monica, Claudio, Nicola. In macchina, tornando a casa, sulla via di Martorano, lo rimproveravo spesso: perchè, dicevo, ci metti troppa enfasi e sembra che le abbiamo studiate a tavolino queste tue promozioni per vendere più libri. ” Si capisce a mille miglia che lo faccio solo con libri che amo veramente!!” , tagliava corto. Naturale poi col tempo instaurare anche rapporti che son andati ben al di là del semplice rapporto lavorativo con Alberto, Luca, Marianna, Sarah.
Con amicizia abbiamo iniziato a programmare incontri all’interno della libreria per far conoscere gli autori e le serie che la casa editrice proponeva. Abbiamo iniziato con una magnifica serata in cui presentavamo La resistenza del maschio di Elisabetta Bucciarelli, amica e persona di valore e dalla macroscopica sensibilità e abbiamo continuato con Davide Longo e il suo Maestro Utrecht in una serata che diventò una vera e propria lezione sulla scrittura creativa, Abbiamo continuato a fare sponda assieme a questa casa editrice e man mano che crescevamo noi, crescevano pure loro fino a provare a portare Crepuscolo di Haruf in classifica in una settimana di maggio. In quella occasione, per festeggiare, noi abbiamo fatto “Letture ad Alta Voce”, in libreria, travestendoci da vaccari di Holt. Per Letti di Notte 2016, il 18 giugno, abbiamo organizzata un’altra splendida serata con Gian Luca Favetto e il suo Premessa per un addio e Rosa Mogliasso con Bella era bella, morta era morta. Con l’autunno abbiamo ospitato in serate di grande successo e partecipazione di pubblico prima Giorgio Serafini Prosperi e il suo Una perfetta geometria’ e poi Joseph Incardona e L’altra metà del diavolo. Il 24 novembre un reading dal titolo #FaSi con Gian Luca Favetto e il musicista Federico Sirianni ha impreziosito la serie di cose belle fatte assieme.
Dopo un percorso di questo tipo, fatto di collaborazione lavorativa ma anche di affetto e stima e vicinanza, è stata la cosa più naturale, per me e Alice, una domenica pomeriggio liberarci dai nostri tanti impegni e metterci in macchina per essere a Milano a festeggiare l’uscita de Le nostre anime di notte, il libro testamento di Kent Haruf. In quella serata emozionale e in quel primo posto raggiunto nella classifica nazionale dei libri più venduti, nel nostro piccolissimo, ci siamo sentiti fortemente coinvolti: come se fossimo anche noi parte integrante di un grande lavoro di squadra tra librai e case editrici.
Inutile ripetermi, ma il libro mio preferito rimane Benedizione (non solo tra quelli di NN). A questo aggiungerei il libro che mi ha fatto innamorare perdutamente del genere racconto: Il paradiso degli animali dello scrittore americano David James Poissant. Uno dei titoli più venduti in assoluto nella nostra libreria. Un aneddoto mi lega fortemente a questo libro. Quando Poissant è venuto in Italia nel settembre scorso, per ragioni organizzative NN non ha potuto portarlo da noi, che tanto lo avevamo amato e promosso. Così, per “lavare l’onta”, una lettrice forte trentina che vive a Palermo, Francesca Maccani, ha raccontato allo scrittore di questo libraio strano e di questa insana passione per i suoi racconti. Con grande generosità lo scrittore ha fatto pervenire una dedica personalizzata a me e a Igino, che in ospedale ha potuto gioire in mezzo a mille sofferenze. Il giorno che Igi è morto ho consegnato come un sigillo, una testimonianza da tramandare, quel libro con quella dedica personalizzata di Jamie Poissant a mia nipote Lorenza, studiosa e appassionata di letteratura americana.
I Diari di bordo secondo Alice
Da giorni ci prepariamo con le prove per fare una sorpresa ai nostri lettori in vista dell’incontro con Fabio Cremonesi, per cercare di restituire, nel nostro piccolo, la magia che ci investì il 12 febbraio al Teatro Parenti di Milano per la presentazione de Le nostre anime di notte di Kent Haruf. Ci sentimmo privilegiati, quella sera, io e Antonello: i librai dei Diari di bordo di Parma tra le prime file per assistere all’evento dell’anno, con la presenza di Cathy Haruf. Era prevedibile forse tanta attesa dopo il successo della Trilogia della Pianura, con cui NN si impone nel panorama editoriale italiano valorizzando uno degli autori americani contemporanei di maggior rilievo, ancora quasi sconosciuto in Italia prima della pubblicazione di Benedizione.
Ma NN non è solo Kent Haruf. NN è ogni singolo autore che in questi due anni ha avvicinato il lettore a mondi fatti di ragazze morte bellissime con scarpe troppo appariscenti, di maestri di altri tempi capaci di instillare ciò che davvero conta agli alunni attraverso lo stupore delle piccole cose, di viaggi a New York che sono anche ritorni, di supereroi bambini che credono di essere invisibili mettendosi un mantello sulle spalle pronti ad affrontare il mondo prima di sparire nel nulla. Sono mondi di donne sole che fanno i conti con i propri fantasmi, di enigmi da risolvere nella stanza di uno psicoterapeuta che tutto sa e tutto mette in gioco, e di autostrade capaci di farsi non luoghi tra il dolore e la rassegnazione di ciò che è inaccettabile. Una lettera in codice può cambiare un destino e far tornare, forse, un amico, prima che le inquietudini sovrastino tutto e, anche quando si pensa che il male subìto e inflitto sia troppo grande per continuare con la propria vita, la poesia emerge come un bucaneve e può rappresentare la sola via di salvezza per un uomo, anche se con gli occhi colmi dell’orrore di una guerra. E chi non ha provato anche solo per la brevità di un’illusione la convinzione di poter essere altro da sé, immaginando un’altra vita con sogni lontani da quelli che poi si concretizzeranno? Chi non ha vissuto tra quelle pagine il desiderio di emancipazione dal ruolo di madre, donna e moglie amorevole che diventa invece lo strumento per cercare la tanto agognata e impossibile felicità?

È la messa in rassegna della vita, la letteratura, calando il lettore nella dimensione di ogni singolo personaggio, seguendo il ritmo della narrazione attraverso un linguaggio che può farsi respiro, sentendo affinità in quelle inquietudini. Perché quando si ha in mano un buon libro non può che andare così. Non si tratta necessariamente di trame intricate o avvincenti o di luoghi spettacolari, si tratta di dare forma anzitutto ai personaggi, renderli vivi e, solo dopo, cucire insieme quelle storie per restituirle al lettore. Un piccolo miracolo che si ripete per ogni nuova uscita, e anche quando si ha la percezione che non si potrà ritrovare lo stesso coinvolgimento rispetto al romanzo amato pochi mesi prima, in fondo ci si sbaglia, perché si avrà certamente in mano qualcosa di irripetibile.
Ogni singola scelta compiuta dalla casa editrice NN è presa seguendo il principio fondamentale del rispetto per il lettore, facendo sì che egli non si adagi mai in una storia, portandolo, così, a non lasciare mai davvero quel libro, anche una volta terminato, e farsi storia assieme ai suoi personaggi. Penso al malessere provato dopo aver terminato la lettura de La metà del diavolo di Joseph Incardona, ad esempio. Lessi quel romanzo vivendo l’urgenza di giustizia che muove, ormai al limite della follia, Pierre Castan; occorse qualche giorno per far sedimentare quelle sensazioni prima di iniziare una nuova lettura. E anche se a distanza di mesi svaniranno i dettagli di una trama o i nomi di qualche personaggio, sono i sentimenti provati nel leggerlo che non lasceranno mai chi legge: questi sono i libri che riescono a entrare, realmente, nella testa del lettore, per restarci.
La libreria che ho aperto oltre due anni e mezzo fa con Antonello è frutto del sogno di dare vita a una realtà indipendente dedicata al tema del viaggio, nel senso più ampio del termine, dove, dopo attenta selezione, proponiamo solo libri intelligenti, vivi, legati prevalentemente all’editoria indipendente italiana di qualità. In questi anni abbiamo camminato insieme a realtà editoriali significative che, se nelle librerie di catena sono quasi inesistenti o si perdono tra nomi di richiamo e posizioni in classifica, possono invece trovare la giusta valorizzazione in librerie indipendenti attente come la nostra, dove l’autonomia nelle scelte e l’onestà intellettuale sono l’unico principio che muove le proposte ai lettori. In questo percorso di scoperta di case editrici indipendenti tra le più significative nel panorama nazionale, avviene ben presto anche quella di una casa editrice “illuminata” come la NN, capace, in appena due anni, di offrire al lettore non solo alcuni tra i più grandi esempi di letteratura americana, basti pensare a Kent Haruf, Brian Turner o a Jenny Offill o al messicano Vicente Alfonso, o di grande letteratura europea, come James Poissant o Tristan Garcia, ma anche la riscoperta di autori italiani contemporanei, da Gian Luca Favetto a Davide Longo a Stefania Divertito o Giacomo Sartori.
L’identificazione con la linea editoriale è tale da riuscire a creare in questi anni una sintonia nelle proposte e nelle serate in libreria, con presentazioni “diverse” da quelle tradizionali, come per Premessa per un addio di Favetto e Bella era bella, morta era morta di Rosa Mogliasso per Letti di notte, sino a La resistenza del maschio di Elisabetta Bucciarelli. Il nostro intento è quello di proporre una modalità di fruizione nuova dei libri, informale e di spessore al tempo stesso, con connessioni e rimandi continui alle altre arti. Penso a quanto di unico prese vita con #FaSi solo pochi mesi fa ai Diari di bordo, dove le parole di Gian Luca Favetto si intrecciarono alle note di Federico Sirianni, diventando una voce sola. Quando si raggiunge tale sinergia con una casa editrice si travalicano i confini formali dei rapporti ufficiali tra editori e librai, instaurando anche profonde amicizie perché quando si va verso una direzione comune, che è quella di avvicinare i lettori ai bei libri, mossi unicamente dalla profonda passione per il proprio mestiere, quella stima reciproca diventa fiducia nel lavoro dell’altro e fusione di intenti.
Ecco che allora una presentazione come quella al Teatro Parenti non è solo una presentazione: è anche l’esito di un percorso fatto insieme, è l’approdo di un’attesa. Non potevo che ritrovarmi anch’io nelle parole di quella donna ormai anziana che rivede la sua vita accanto a un grande uomo, immaginare coi suoi occhi la tenerezza dei ricordi del quotidiano, dove l’atto dello scrivere si fa gesto d’amore estremo, lo stesso che porta quella donna a capire che la libertà da dare all’altro è anche quella di concedersi del tempo per tenere a bada la morte con un’opera da consegnare ai lettori.
Questi sono i regali più preziosi. Come ha detto Andrée Ruth Shammah introducendo la serata al Teatro Parenti, sono i regali che la vita ci fa.